Cure per l’Alzheimer gratis: svolta storica in Cassazione
Svolta storica per chi ha un parente malato di Alzheimer. Dopo la storica decisione della Cassazione, la class action è già partita. Le famiglie, che si sono ritrovate sole ad affrontare la malattia e che hanno pagato per anni quasi duemila euro al mese per garantire assistenza ai parenti affetti da Alzheimer, ora chiedono di essere risarcite. La Cassazione, infatti, ha stabilito che i costi devono essere sostenuti dallo Stato. Di conseguenza la Regione Lazio rischia adesso di dover rimborsare migliaia di cittadini per le spese di degenza delle rette nelle Residenze sanitarie assistenziali.
Dando ragione alla figlia di un anziano, il Tribunale civile di Roma ha condannato la Regione a risarcire la donna per le spese sostenute nel periodo in cui il padre era stato ricoverato. Secondo i giudici, i costi per l’assistenza dei pazienti affetti dal morbo di Alzheimer, infatti, devono essere interamente a carico del Sistema sanitario nazionale, senza gravare su pazienti e familiari.
Alzheimer: quasi 5mila richieste aiuto nel’17, meta’ in Lombardia
Pronto Alzheimer, la prima linea telefonica in Italia di orientamento e assistenza alle persone con demenza e ai loro familiari, ha risposto a 4.808 richieste di aiuto da tutta Italia, solo nel 2017. La meta’ proviene da Lombardia e Milano. Nato nel 1993, il numero telefonico 02-809767 viene gestito da allora ininterrottamente dalla Federazione Alzheimer Italia, la maggiore non profit nazionale dedicata al sostegno dei malati (oltre 1,2 milioni in Italia secondo le ultime stime) e di chi vive loro accanto. 45549 e’ il numero solidale a cui si puo’ inviare un sms (per donare 2 euro) o effettuare una chiamata da rete fissa (per donare 5 o 10 euro) dal 21 gennaio al 10 febbraio 2018 per sostenere Pronto Alzheimer che ogni giorno fornisce gratuitamente consulenze attraverso la disponibilita’ e la competenza di operatori specializzati e di volontari. Nei suoi 24 anni di attivita’ Pronto Alzheimer ha risposto e gestito oltre 150mila richieste. I quasi 5mila contatti del 2017, spiega l’organizzazione, sono giunti attraverso telefonate ma anche e-mail e lettere – ed hanno ricevuto in risposta un consiglio relativo alla gestione del malato in casa e in situazioni specifiche, un’indicazione sulle strutture sul territorio a cui rivolgersi, una risposta di carattere legale o previdenziale, un aiuto psicologico. Un numero sempre crescente di persone chiede inoltre un appuntamento presso lo sportello di Pronto Alzheimer, per poter avere un contatto diretto con gli operatori, anche alla presenza del proprio familiare malato. Provenienti da tutta Italia, le richieste di aiuto si concentrano in particolare in Lombardia, dove si contano 2.098 contatti (di cui 1.431 solo a Milano, dove ha sede principale la Federazione Alzheimer Italia). Segue il Lazio con 255 contatti, principalmente localizzati nella capitale. Seguono Piemonte (208), Emilia Romagna (172), Veneto (162). Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia, ha sottolineato che “la persona con demenza deve essere posta al centro, con la sua dignita’ e una qualita’ di vita sempre piu’ elevata. Questa e’ la nostra priorita’ quotidiana, che guida ogni nostra scelta e ogni progetto che portiamo avanti con energia e con la forza di non essere soli”.
La decisione
La decisione del Tribunale si basa su una sentenza di piazza Cavour, che ha stabilito l’impossibilità di distinguere, in caso di Alzheimer, tra «le quote di natura sanitaria (a carico della Regione) e quelle di natura assistenziale (a carico dei pazienti), stante la stretta correlazione, con netta prevalenza delle prime». Tradotto: i costi del soggiorno in Rsa, in questo caso, sono totalmente a carico dello Stato. La malattia di Alzheimer e’ la piu’ comune causa di demenza (rappresenta il 60% di tutti i casi).
Fonte: Affari Italiani